Sagra del pesce, salta anche l’edizione di quest’anno. Arrivederci al 2022

“Non ci sono le condizioni per operare in sicurezza” spiegano gli organizzatori

Niente edizione 2021 della Sagra del Pesce. La storica manifestazione cittadina, dedicata alla pesca, non si terrà neanche quest’anno sempre a causa del Covid e dei potenziali rischi legati alla sua diffusione. “Non ci sono le condizioni per operare in sicurezza”, infatti è la giustificazione usata dagli organizzatori per commentare una scelta che comunque non deve essere stata facile. La Sagra del pesce, del resto, è una vera e propria istituzione per la Citta: nata nel 1938 come principio di quella politica autarchica che avrebbe dovuto portare all’autosufficienza alimentare del nostro paese è diventata nel tempo una delle manifestazioni più attese in Veneto e un punto di riferimento tra gli itinerari del “gusto” italiano. E sono proprio numeri che manifestazione fa registrare, le ultime edizioni hanno superato abbondantemente le 100 mila presenze, a rendere impossibile una sua riedizione e a privare la Città di un momento importante del folclore locale e i turisti di un evento senz’altro molto atteso.

La storia della Sagra del pesce

A cura di Alberto Naccari

Nata nel 1938 con il patrocinio di Sua Altezza Reale Ferdinando di Savoia, il Duca di Genova, che volle offrire coppa e diploma da destinare quale premio, la Sagra del Pesce si caratterizzò come il manifesto di una politica economica mirante alla valorizzazione dei prodotti alimentari nazionali ed alla esaltazione della propria identità culturale. Oltre ai vari spazi allestiti per la degustazione del pesce, infatti, veniva dato grande risalto alla tradizione marinara locale, presentando gli attrezzi, gli strumenti, le imbarcazioni di un ambito lavorativo praticamente sconosciuto al resto del Paese.

La scelta autarchica diede un forte impulso all’economia collegata alla pesca, tanto che il prodotto commerciato passò dai 30.077 quintali del 1932 ai 39.082 del 1938, mentre il fatturato passò dai 9 milioni ai 12 milioni e mezzo per lo stesso periodo. Purtroppo tali progressi non furono seguiti dall’ammodernamento della flotta peschereccia, nella quale si contavano solo poche decine di imbarcazioni a motore.

Il libro del dott. Mario Padoan in cui si esaltano le qualità del pesce e si invita a consumare questo nutrimento autarchico, 1941

Attraverso numerosi organi istituzionali, ultimo dei quali il Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop), istituito nel 1937, il Regime Fascista, attento sia al controllo degli italiani sia al loro coinvolgimento emotivo per accrescere il consenso, fu particolarmente attivo durante gli anni Trenta, favorendo molte iniziative di stampo corporativistico miranti a risvegliare l’orgoglio nazionale ed avvalorare il ricco patrimonio culturale locale. Vanno viste sotto questa luce le regate tra le imbarcazioni da pesca, quelle tra le imbarcazioni sportive, le colonie marine che nella stagione estiva si riempivano dei figli dei contadini e degli operai, i viaggi in treno o le crociere navali per le varie associazioni di dopolavoro, i concorsi a premi di figurine date in omaggio sui prodotti alimentari nazionali, le attività ginnico-sportive per i giovani che si svolgevano nella giornata di sabato (“el sabo fasista”), e molto altro.

Locandina per la seconda edizione della Sagra del Pesce, 1939

In un un contesto così definito, la Sagra divenne la cornice ideale per quelle manifestazioni pensate sia per promuovere i prodotti del mare sia per recuperare i valori della tradizione, come il concorso per il miglior costume,  per la costruzione del miglior bragozzo da pesca, la festa della vela nel bacino di Vigo, il concorso per lo stand (“casottino”) più invitante. L’intera piazza, addobbata con luminarie, fontane, festoni, insegne, ospitò per tre giorni (20,21,22 agosto) una quantità impressionante di turisti giunti da ogni dove e con ogni mezzo, in un numero così elevato da rendere impossibile il passeggio.

Erano quelli gli anni dei treni che viaggiavano in orario, dei telefoni bianchi, dei film storici che celebravano le virtù italiche, delle liriche di Gabriele d’Annunzio, del premio Nobel per la fisica ad Enrico Fermi (1938), dello sviluppo del polo chimico di Marghera, della battaglia del grano, del completamento dell’Acquedotto Pugliese, della fiera del Levante (Bari), ma pure del sogno delle “mille lire al mese”, del teatro di Petrolini, del varietà di Macario, Dapporto, Wanda Osiris, della crociera aerea del decennale (1933), dei due campionati di calcio del mondo vinti nel 1934 e nel 1938, dei cinegiornale “Luce”, delle trasmissioni radiofoniche dell’EIAR capaci di catturare milioni di ascoltatori.

Concorso a premi Figurine Perugina-Buitoni, I quattro Moschettieri, 1936

Come la seguitissima “I quattro moschettieri”, (1934-37), con la voce di Nunzio Filogamo che narrava le eroicomiche avventure dei celebri personaggi usciti dalla penna di Dumas, in un carosello di situazioni paradossali dove apparivano divi del cinema americano (e per questo un po’ invisa al Regime, che però tollerava). Il successo fu tale da indurre la Perugina-Buitoni a lanciare, nel 1936, un concorso a premi di figurine (con la famosissima n. 20, quella del “feroce Saladino”), e di riproporne un altro nel 1938. Queste due raccolte di figurine andarono ad aggiungersi ad un’altra iniziativa simile, sempre del 1936, proposta dalla Elah di Genova Pegli, che scelse come soggetto i personaggi Disney (con l’introvabile n.41, dove Greta Garbo baciava Topolino). Oltre ad incrementare la vendita dei prodotti nazionali, il loro successo fu così grande da divenire un vero e proprio fenomeno di costume, tanto da dover essere regolato dalle autorità competenti mediante precise disposizioni.

Un’edizione della Sagra del pesce del passato

Di lì a pochi anni il turbine degli eventi bellici si abbatté sul Mondo intero, ed in Italia tutto fu tragicamente spazzato via.

A Chioggia però la Sagra è sopravvissuta, sia per il forte legame della sua gente con la tradizione e l’amore per il campanile, sia per motivi economici. Ogni anno attira decine di migliaia tra turisti e residenti con la proposta di sempre: l’ottimo pesce dell’Adriatico.

Ringraziamo Alberto Naccari per il contributo e le immagini storiche e la Cooperativa Sciabica per aver consentito l’uso dell’immagine di copertina

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