In bicicletta tra le foci di Brenta e Adige alla scoperta del millenario Bosco Nordio
Un week end all’insegna del bel tempo e le temperature permettono ancora qualche escursione fuori dall’ombra dell’ombrellone. E quindi potrebbe essere l’occasione buona per una bella gita in bicicletta, magari in uno dei sette percorsi dedicati al “Principe Rosso”, ossia il Radicchio di Chioggia Igp, per la scoperta della sua area di produzione. Un territorio, che si estende dagli ultimi comuni padovani, Codevigo e Correzzola, prima dell’area costiera, ha il suo cuore nel territorio limitrofo al centro di Chioggia e si estende su quasi tutto il Delta del Po polesano. Un territorio naturalmente vocato al turismo lento. Infatti, il particolare paesaggio creato dai fiumi e dal mare, gli aspetti naturalistici in esso contenuti, il senso di pace, di salute e benessere uniti agli elementi culturali dei suoi principali centri urbani rende quest’area del Veneto estremamente affascinante per gli amanti del viaggio su due ruote.
E il percorso che vi proponiamo per questo week end si colloca proprio tra la laguna di Venezia, che con i suoi 550 chilometri quadrati è la più grande d’Italia, e il Delta, che con suoi 700 chilometri e alla sua particolare morfologia geologica, è fra i principali siti di interesse ambientale in Europa, paragonabile ad aree come la Camargue, il Delta del Danubio o il Parco Nazionale delle Doñana alla foce del fiume Guadalquivir. Una terra che si presta alla visitazione, alla scoperta, all’itinerario che coniuga cultura e benessere fisico.
Percorso N 4 – Una terra tra mare e grandi fiumi – Isola Verde, Ca’ Lino, Cavanella d’Adige
Questo itinerario raggiunge il cuore del Radicchio di Chioggia Igp, ossia gli orti dove quasi cento anni fa è iniziata la coltivazione che ha portato al prodotto moderno. Un paesaggio molto particolare fatto dall’uomo, lungo i tre secoli di orticoltura che Chioggia può documentare, caratterizzato dai tipici casoni e dalle pezze di terra variegata che cambia colore in ragione alla stagione. Una terra del lavoro ma rimasta profondamente originale, come testimonia la Riserva Naturale Integrale di Bosco Nordio, un frammento dell’antica selva che mille anni fa designava la linea di costa fino a Ravenna.
I siti ed elementi di interesse
Punta Busiola
In località punta Busiola, nel comune di Sant’Anna, quasi alle foci del fiume Adige, un’azienda agricola porta avanti la lavorazione della canna palustre. Oggi l’attività ha scopi didattici e di testimonianza dell’economia del passato, ma prenotando è
limento e conoscere quest’antica arte realizzata con vecchi macchinari che hanno quasi cento anni.
Riserva naturale
integrale
di Bosco Nordio
Una millenaria macchia verde, 113 ettari di bosco naturale che permettono al visitatore di osservare quello che doveva essere il paesaggio prima della campagna moderna, ossia una grande macchia verde caratterizzata da boschi di leccio, intermezzati da querceto e zone di pineta. La visita è possibile solo accompagnati da guide ambientali, l’area è inoltre attrezzata con una serie di percorsi didattici e cartellonistica interattiva.
Info sui siti internet
www.venetoagricoltura.it
www.hylacoop.it
Complesso Idrovoro di Busiola
L’idrovora di Busiola costituisce oggi un affascinante landmark paesaggistico oltre ad essere un elemento fondamentale per regolare il sistema irriguo di tutta la zona. Al suo interno sono ancora presenti le vecchie pompe con motore diesel, testimonianza storica di un passato ancora molto vicino. L’ex casa dell’idrovorista, nei pressi dell’impianto, ospita attività informative e culturali aperte al pubblico.
La Brenta Nuova
o della “Cunetta”
La Brenta Nuova o della “Cunetta è il ramo principale delle diverse diversioni idrauliche degli alvei del fiume compiute dai Veneziani in sette secoli di lavoro, per evitare l’interramento della laguna. La nuova foce è stata realizzata nel 1896 dividendo per sempre Sottomarina da Ca’ Lino, un tempo contigui, creando allo stesso tempo l’Isola del Bacucco ovvero l’attuale Isola Verde.
Orti del Radicchio di Chioggia Igp
A ridosso dell’argine del Brenta si trova il cuore dell’area di produzione del Radicchio di Chioggia Igp, perché proprio qui, quasi cento anni fa, è iniziata la produzione. Dalla selezione del “Radicchio Variegato di Castelfranco” gli ortolani locali hanno adattato le varietà alle caratteristiche di questo territorio. Con la selezione manuale del seme sono state privilegiati i cespi che tendevano a chiudersi a palla, perché maggiormente inaccessibili alle intrusioni di sabbia sollevata dai venti marini.