I bussolài, il pane dei pescatori
La tradizione vuole che la sua forma rotonda sia dovuta al fatto che veniva posto sullo scalmo della barca per essiccare ed essere pronto al consumo
I bussolài sono citati nel documento di una visita pastorale effettuata l’11 maggio 1644, ma forse non è la testimonianza più vecchia perché la loro preparazione nelle case dei chioggiotti affonda nella notte dei tempi.
È considerato il pane dei pescatori; si tratta di un pane secco, a lunga conservazione che non ammuffisce con il clima marino.
Per questo era alimento tradizionalmente portato nelle barche dai pescatori quando si allontanavano per le battute di pesca e rimanevano lontani da casa diversi mesi. La tradizione infatti vuole che la sua forma arrotolata sia dovuta proprio al fatto che veniva posto sullo scalmo della barca per essiccare ed essere pronto al consumo. La caratteristica del prodotto nel suo gusto originale è rimasta la stessa per centinaia di anni.
Il termine “bossolà” deriva dalla sua forma rotonda, imbossolare significa arrotolare, avvolgere un impasto fatto con ingredienti poveri: farina, lievito, acqua e sale. Essendo un prodotto artigianale, la sua realizzazione non richiede alcuna attrezzatura specifica. Basta creare un impasto con i quattro ingredienti, lasciarlo riposare per 15 minuti e poi procedere conferendo la tradizionale forma creando un cilindretto della consistenza di un grissino e chiuderlo ad anello. Infornato a una temperatura di circa 170 °C, bastano 30 minuti di cottura.
Può essere consumato sia con il dolce (marmellate, cioccolate, ecc.), sia con il salato (salumi, formaggi, ecc.); è usato anche come pane da colazione, al posto dei biscotti, con il caffè, il latte o il tè. Il “bossolà di Chioggia”, si trova tutto l’anno presso i forni di piccola o media dimensione della città.