stella cadente
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Notte di San Lorenzo

La notte di San Lorenzo è così chiamata perchè ricorre la morte dell’omonimo santo martire, che nel 258 d.c., come suggerisce la tradizione cristiana, fu arso vivo sulla graticola dall’imperatore romano Valeriano.

martirio san lorenzo
Martirio di San Lorenzo in un’opera di Jacopo Palma il Giovane (olio su tela, 1581-1582)

Ecco allora che cristianità e scienza si fondono quando la data di morte del martire spagnolo coincide con la rotazione terrestre che in questi giorni attraversa lo sciame delle Perseidi regalandoci la vista di una pioggia di stelle cadenti.

 

scia di stelleIl fenomeno delle stelle cadenti si intensifica in questi giorni proprio perchè le Perseidi non sono altro che un insieme di detriti composti da rocce e ghiaccio formatosi al passaggio della cometa Swift-Tuttle.

Questa scia di detriti viene catturata dalla forza di gravità terrestre ed incenerita dall’atmofera creando l’illusione di stelle che cadono dal cielo.

Questa immagine così suggestiva, che ci permette di vedere anche più di 60 stelle cadenti all’ora, nella tradizione cristiana viene associata alle lacrime del santo morente ed è così che l’esprimere un desiderio si carica della forza di intercessione del martire.

Prima dell’avento dei cristiani, altre erano le credenze che facevano esprimere un desiderio in concomitaza di un fenomeno astrale così suggestivo.

Era infatti convinzione, fin dall’antichità, che il destino di ognuno di noi fosse scritto nelle stelle, e quando una di questa fosse venuta a mancare, si potesse esprimere un desiderio per il futuro capace di riscrivere il proprio destino altrimenti immutabile.

Che si creda o meno a queste usanze, il cielo stellato ha da sempre ispirato artisti di ogni genere, da pittori a scrittori, tanto che X Agosto è il titolo della famosissima poesia di Giovanni Pascoli che ricorda il padre Ruggero brutalmente ucciso proprio il 10 agosto. 

Lacrime celesti scendono dunque sopra Giovanni bambino che non si da pace del non ritorno del padre a casa. 

Ma non è, in verità, una poesia che parla di morte, bensì di vita e dell’importanza delle piccole cose, perchè ognuno di noi di fronte all’immensità del cielo stellato, si sente piccolo, ma come i bambini l’invito è a non perdere la speranza e continuare a meravigliarsi guardando il cielo.

Dieci Agosto – Giovanni Pascoli

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero; cadde tra spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero; disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
Oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

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